Sono tantissime, le situazioni disastrose in cui le donne, sono coinvolte in questa società: una di queste è il matrimonio forzato. In tale matrimonio sono coinvolte persone, sia adulti che bambini, le quali sono obbligate a sposarsi contro la loro volontà, dietro minacce, violenze, ricatti, e senza la possibilità di chiedere il divorzio. Di solito la scelta viene presa dagli stessi genitori.
Ancora molto diffuso, in molti paesi, è il dare in sposa bambine per cause economiche. Nel mondo 12 milioni di bambine sono sottoposte al matrimonio prima dei diciotto anni. Lo stato del Niger ha il più alto numero di spose bambine e il più alto indice di fecondità. Oggi 22.000 ragazze all’anno, purtroppo muoiono per gravidanza o per matrimonio infantile.
Una bambina di tredici anni di nome Aisha è stata costretta a sposare un uomo di trenta anni in un piano progettato dal padre per avere del denaro. Dopo essere rimasta incinta, ha tentato molte volte di fuggire, alla fine è riuscita ad andarsene per sempre e ad ottenere il divorzio; queste sono le sue parole :”Una ragazza dovrebbe andare a scuola ed imparare, non essere forzata a sposarsi da bambina”.
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sostiene che il matrimonio potrà essere concluso esclusivamente con il libero e pieno consenso dei futuri sposi.
In Italia il matrimonio forzato è un atto illegale dal 19 luglio del 2019. Secondo il codice penale chiunque obblighi una persona a contrarre matrimonio con qualsiasi tipo di violenza viene punito a cinque anni di reclusione.
Purtroppo, i casi di cronaca attuale testimoniano il fatto che le ragazze che cercano di ribellarsi sono allontanate dalle famiglia, costrette alla prostituzione per sopravvivere o vengono vendute al marito o uccise: come nel caso di Saman Abbas, una ragazza diciottenne del Pakistan scomparsa nel 2021, dopo essersi opposta al matrimonio combinato con un suo cugino, dieci anni più grande di lei.
A Modena il 7 ottobre 2010 un pachistano di cinquantatrè anni, Kahn Ahmad Butt ha ucciso la moglie, Shahnaz Begum lanciandole un mattone in testa, solo perchè aveva chiesto il divorzio e lottava contro il matrimonio combinato della figlia Nosheen, organizzato dal padre. Nosheen ha tentato di salvare sua madre ma suo fratello la picchiava con dei bastoni. A testimoniare l’accaduto è stata la figlia minore, raccontando tutto alla polizia.
Madre e figlia non avevano libertà di vivere, di condurre una vita normale e Nosheen voleva sposare un uomo che amava, non uno sconosciuto. Dopo la tragedia è stata portata in ospedale essendo ferita e una volta dimessa è stata trasferita in una comunità. Il padre è accusato di essere il colpevole dell’omicidio della moglie e il figlio colpevole di tentato omicidio; il processo è stato avviato.
Secondo il mio giovane parere, le famiglie non possono decidere le persone con cui i figli devono sposarsi, è una decisione che spetta a loro, non si ci deve sposare perché si è obbligati ma per l’amore che si prova per l’altra persona. Bisogna abolire le tradizioni sbagliate che ancora in maniera vergognosa persistono nei paesi sottosviluppati, perché tutti devono avere essere liberi di amare.
Sofia Maniscalco IIBC