Giovanna D’arco

Giovanna D’Arco, nata a Domrémy nel 1412 da una famiglia di contadini cattolici, appartiene alla castellania di Vaucouleurs e per tanto fu soggetta al dominio francese. Da ragazza era gentile e ubbidiente, oltre che molto caritatevole, tanto da prendersi cura dei malati e dei senzatetto. A 13 anni iniziò ad avere numerose visioni dell’arcangelo Gabriele e a sentire delle voci: secondo alcuni studiosi, il suo sentir voci può essere riconducibile a un tipo specifico di epilessia, ma durante la sua vita questi suoi dialoghi con entità spirituali la spinsero a credere che Dio l’avesse scelta per guidare la Francia alla vittoria contro il Regno d’Inghilterra, cosa che effettivamente fece. Inoltre Giovanna, già vittoriosa di alcune battaglie, impose all’esercito francese una riforma che obbligava i soldati ad uno stile di vita rigorosissimo bandendo prostituzione e obbligando i militari a confessarsi. Oltre a questo bandì saccheggi e stupri, tratti che potremmo associare ad un tipo di femminismo attuale: la sua figura non è definibile femminista secondo i criteri moderni essendo i suoi valori coerenti con quelli del Medioevo, ma se analizziamo la situazione dal punto di vista di una persona dell’epoca, le sue azioni sono al quanto riconducibili i movimenti femministi di adesso.
“Ogni uomo dà la sua vita per ciò in cui crede. Ogni donna dà la sua vita per ciò in cui crede. Spesso le persone credono in poco o niente e tuttavia danno la propria vita a quel poco o niente. Una vita è tutto ciò che abbiamo e noi viviamo come crediamo di viverla. E poi è finita. Ma sacrificare ciò che sei e vivere senza credere, quello è più terribile della morte.”
In questa citazione di Giovanna d’arco, soffermandoci sulle prime due frasi, possiamo notare come dal suo punto di vista, uomo e donna siano uguali difronte alla morte, seppure in vita probabilmente credeva in un certo sbilancio, difronte alla morte, al sacrificio e alla battaglia siamo tutti uguali: da qui possiamo prendere in causa il caso di travestitismo riconducibile alle persone Lgbt contemporanee che le riconoscono uno spirito affine al loro. Gli abiti maschili, gli atteggiamenti misticheggianti, la formazione religiosa, l’entusiasmo e le capacità di leadership furono usate dalla Pulzella D’Orleans per condurre un esercito a vincere. Divenne il primo simbolo del nazionalismo francese e orgoglio della Francia.
Mentre gli scrittori queer tendono a minimizzare la sua fede cristiana, la Chiesa non considera l’importanza del suo travestitismo, quando in realtà, Giovanna credeva molto in Dio e nel suo travestimento: afferma infatti che sia stato lui a volere che lei indossarle abiti maschili. La sua convinzione che Dio fosse la fonte della sua stranezza genderbending (genderbender è colui/colei che non si riconosce in ruoli sessuali prestabiliti) la rende un modello di speciale ispirazione per i cristiani LGBT e i loro sostenitori.
Giovanna d’Arco nonostante fosse donna, analfabeta e senza alcuna esperienza militare, rimane un importantissimo simbolo francese, e non solo, riuscì a risollevare una Francia praticamente sconfitta nella guerra contro gli inglesi. Il tutto senza neanche aver compiuto 20 anni; nel 1429, Giovanna, appena diciassettenne, si presentò alla corte di Carlo settimo per chiedere di poter cavalcare in testa all’esercito pronto a soccorrere la città di Orleans, presa d’assedio dall’esercito di Enrico sesto. Anche se non ricopriva un ruolo di comando, fu importante per spronare le truppe che, alla fine, riuscirono a sbaragliare l’armata e a liberare la città assediata, tuttavia Giovanna d’Arco non si accontentò di questa impresa, continuando ad incitare i soldati francesi a combattere contro i nemici. A soli 19 anni fu accusata di eresia ed empietà e condannata al rogo. Il 30 maggio 1431 venne bruciata viva nella piazza del Mercato Vecchio di Rouen, davanti ad una folla numerosa. Solo molti anni dopo, nel 1456, papa Callisto terzo al termine di una seconda inchiesta dichiarò la nullità del processo per eresia.
La possiamo quindi considerare come una tra le prime effettive attiviste e femministe della storia: la sua figura ha ispirato moltissime persone, dovremmo essere un po’ tutti come lei ed andare contro corrente per seguire i nostri ideali.

 

Vincenza Bordonaro IIICC