Rita Levi-Montalcini: una donna di scienza

Rita Levi-Montalcini nasce a Torino il 22 aprile del 1909 ed è stata l’unica donna italiana a ricevere un premio Nobel in campo scientifico. È nata da una famiglia ebrea sefardita, suo padre era un ingegnere e matematico, mentre sua madre era una pittrice. Essendo dei genitori molto colti man mano hanno fatto innamorare i figli della ricerca intellettuale. Suo padre, però, aveva un pensiero differente della donna, che per lui doveva occuparsi della casa e dei figli, ma nonostante ciò, nel 1930 Rita si iscrive a medicina e chirurgia, scelta influenzata dallamorte della sua amata governante a causa di un cancro. Nel 1938 però, poco prima di finire il corso di laurea, a causa delle leggi razziali fu costretta ad emigrare essendo di origine ebrea. I Levi-Montalcini sopravvissero all’Olocausto rimanendo nascosti a Firenze sino alla liberazione della città, divisi in vari alloggi, cambiando spesso abitazione per non incorrere nelle deportazioni. A causa dell’invasione nazista fu costretta a ritornare a Torino dove allestisce un laboratorio casalingo per studiare il sistema nervoso degli embrioni di pulcini. Inoltre, sempre nel periodo dell’occupazione nazista, a Firenze, Rita entrò in contatto con le forze partigiane del Partito d’Azione. Presso la Washington University di Saint Louis, agli inizi degli anni ’50, insieme a Stanley Cohen scopre l’NGF (Nerve Growth Factor – fattore di crescita nervoso), una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, per la quale riceverà insieme al collega il Premio Nobel nel 1986. Grazie a queste scoperte sono nate le “neuroscienze” ovvero gli studi condotti sul sistema nervoso. Dopo aver sperimentato che, trattando alcuni topi con un siero Lyon-NGF, questi presentavano gravi problemi neuroendocrini, dovuti ad alterazioni irreversibili dell’ipotalamo, Rita Levi-Montalcini lo utilizzò per controllare la crescita dei tumori delle cellule nervose. Inoltre queste scoperte sono ancora oggi importanti per la ricerca della cura per il cancro, l’Alzheimer e il Parkinson. Durante la sua vita si dedica molto anche all’impegno umanitario, infatti, prende parte a campagne che sono contro le mine antiuomo e inoltre si è battuta per far approvare il diritto dell’aborto. Tra il 1961 e il 1962 crea a Roma un centro di ricerca sull’NGF e nel 1969 fonda e dirige l’Istituto di biologia cellulare. Nel 1992 con la sorella Paola fondano “Rita Levi Montalcini Onlus” per incrementare l’istruzione delle donne africane. Inoltre grazie a una sua donazione, a Roma viene fondata una sinagoga per la comunità ebraica. A 90 anni a causa di una maculopatia degenerativa diventa quasi cieca, ma nonostante tutto continua la sua ricerca e la diffusione della cultura per una società migliore. Nel 2001 l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la nomina senatrice a vita. Lei inoltre aveva un magnifico rapporto con i giovani e credeva molto nell’importanza di sostenerli nei loro sogni e aspirazioni. Morirà all’età di 103 anni il 30 dicembre 2012. 

Una tra le sue frasi più famose è “Le Donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di “mostrare” nulla, se non la loro intelligenza”. 

Aurora Frangiamone IA Classico