“We did it, we did it Joe!”

È proprio con queste parole che la futura vice presidente degli USA (oramai eletta), Kamal Harris, annuncia sulle sue pagine social che Joe Biden ha vinto le elezioni per la presidenza degli Stati Uniti e che lei sarà la prima donna afroamericana a ricoprire la vicepresidenza.
Classe 1964, nasce il 20 ottobre a Oakland in California, da padre giamaicano e madre di origini indiane. Ha passato la vita a infrangere barriere e ad essere “la prima” come lei stessa racconta in un’intervista. È stata infatti la prima procuratrice distrettuale di San Francisco e poi la prima procuratrice generale della California; la prima donna di origini indiane a essere eletta al senato e adesso la prima donna alla vicepresidenza degli USA, e chissà… magari un giorno prenderà il posto del collega Biden 4
Si definisce “un’americana orgogliosa” a prescindere dalle sue origini che da sempre l’hanno etichettata e inserita all’interno di una categoria che le stava stretta. Come è successo a Barack Obama, alcune persone hanno messo in dubbio l’americanità di Harris, tanto che quando Biden ha comunicato che la sua vice sarebbe stata Kamala, sono spuntate teorie complottiste sul suo certificato di nascita (appoggiate da Donald Trump). Sua madre, ricercatrice scientifica che si occupava di tumore al seno, è nata in India, mentre il padre, economista, è nato in Giamaica. Ma Harris è americana fino in fondo e anzi, le sue origini raccontano una parte fondamentale della storia americana.
È cosi che Kamala Harris diventa ancora una volta, forse come non mai, esempio e punto di riferimento di solidarietà tra comunità diverse e impegno Politico (la politica vera, quella con “la P maiuscola”).
Harris è legata all’ala conservatrice del Partito democratico rispetto ai rapporti con Israele, mentre è più progressista per quanto riguarda la crisi climatica. Sostiene il new deal verde e ha detto che si batterà per eliminare l’ostruzione in senato. Altri punti che le stanno a cuore e che vuole portare avanti durante il suo mandato riguardano la richiesta al dipartimento di giustizia di tenere sotto controllo le attività delle compagnie petrolifere e la lotta contro il Covid-19 che in America ha penalizzato soprattutto le minoranze più deboli. Si è sempre battura per “mettere fine alla guerra contro gli immigrati” cominciata dall’amministrazione Trump. La nuova vice presidente statunitense infatti, ha dimostrato più volte di non avere paura quando si tratta di affrontare uomini di potere.
A prescindere da cosa accadrà in futuro la vicepresidenza di Harris è un evento storico, per l’America e per tutto il mondo, soprattutto dopo quattro anni di Donald Trump. Come ha detto la stessa Kamala: “Sono la prima donna vicepresidente, ma non sarò l’ultima!”, una rivoluzione ha avuto inizio!