Il treno ha fischiato

Il treno ha fischiato è una novella di Luigi Pirandello che mette in risalto il tema della sanità
mentale o per meglio dire della sofferenza mentale, vista sia da un punto di vista esterno (ciò che la
comunità vede e percepisce, colto dal tono umoristico che evidenzia l’incapacità degli estranei di
capire veramente la realtà) e interno (sentimenti provati dal protagonista). Il personaggio principale
della novella è Belluca, un contabile di ufficio dedito al suo lavoro e molto scrupoloso. Il racconto
procede a ritroso: il lettore viene subito informato del ricovero di Belluca in ospedale psichiatrico.
Subentra poi la voce dello scrittore che ci informa dei dettagli della squallida vita di Belluca
oppresso non solo da un’umiliante condizione lavorativa (in quanto veniva preso in giro per i suoi
comportamenti) ma anche da una squallida situazione familiare perché doveva sfamare la moglie, la
suocera, la sorella della suocera e le due figlie vedove con i loro sette bambini. In questa squallida
situazione, al limite della sopportazione, chiusa nella monotonia di giorni sempre uguali, una notte
succede qualcosa che cambia tutto. È Belluca stesso a raccontarlo: il fischio del treno (che gli
appare in sogno) lo scuote e gli apre una via d’uscita, quando si rende conto che la vita è fatta anche
di fantasia e immaginazione. Un evento banale come un fischio del treno, consente a Belluca di
trovare uno spazio di evasione, in cui immaginare viaggi in paesi sconosciuti. L’equivoco
esistenziale essere/apparire alla fine si risolve: visto dall’esterno Belluca può apparire pazzo mentre
in realtà ha solo ritrovato la sua dimensione umana. La realtà obiettiva non esiste dunque, perché un
fatto può essere interpretato in moltissimi modi diversi. La realtà è la somma di tante verità. Il
fischio del treno è l’evento apparentemente insignificante che costituisce invece il fulcro narrativo
del racconto e sconvolge la vita del protagonista. Evidenzia un concetto che sta alla base delle opere
pirandelliane: a volte basta un evento insignificante per modificare la vita di una persona. Nel caso
specifico la folgorazione improvvisa del fischio del treno rende consapevole il protagonista di voler
recuperare la propria dignità e la propria libertà, seppur in limitati momenti di viaggio con la
fantasia.
Gaia Spina, IV Bc