L’astratta passione dell’amore platonico

Che cos’è l’amore platonico?

Per amore platonico si intende  quella forma di amore privo di  passione ovvero quando nella coppia è presente solo un legame psicologico e spirituale.

Questo tipo di amore, solitamente difficile da comprendere, può crearsi non solo all’interno di una relazione ma anche nel singolo individuo stesso (in tal caso spesso inteso anche come condizione psicologica) il quale si innamora dell’ideale partner o della relazione che si desidera.

L’origine del termine risale ai tempi dell’antica Grecia, nasce dalla figura del filosofo greco Platone, il quale, nella suo scritto “Il Simposio”, teorizza l’idea dell’amore platonico per la prima volta in assoluto.

In quest’opera, il filosofo, esprime la sua opinione riguardo l’amore tramite un personaggio, Socrate ( non che suo maestro), che esprime il proprio pensiero al dio Eros (il dio dell’amore).

Inoltre, sempre lo stesso Platone, crea una distinzione anche per quanto riguarda la dea della bellezza, Afrodite terrestre e Afrodite celeste rispettivamente in amore volgare e amore nobile, ciò sempre per evidenziare la differenza fra un qualcosa di spirituale da quello terrestre.

Ulteriore  esempio di questa distinzione avviene fra Eros sessuale, primo passo per l’amore, ed Eros filosofico che si trova ad un livello più alto rispetto all’altro.

Secondo queste teorie, Platone, definisce “amore impossibile” l’amore esclusivamente spirituale perché, secondo lui, è impossibile raggiungere con la propria persona amata una relazione basata sulla sola connessione mentale, senza alcun desiderio di passione e di rapporto sessuale.

Tuttavia esistono, anche nella letteratura italiana, esempi di amore platonico ricordiamo:

  • Dante e Beatrice.

L’amore che Dante provava per Beatrice era puramente platonico, da precisare che la sua Beatrice è realmente esistita ma la donna in questione si chiamava Bice.

Il primo incontro fra Beatrice e Dante fu all’ età di nove anni, nel quale Dante, al momento, si limita a pensare  solamente che essa sia molto bella.

Il vero amore platonico nasce dopo, al secondo incontro, quando Beatrice saluta Dante , in passato, infatti, il saluto aveva significato di salvezza di conseguenza  Alighieri interpreta ciò come salvezza del proprio animo e si innamora perdutamente della donna.

Inizia a descrivere essa nei suoi scritti, ma non come Bice ma nell’ idea che Dante possiede di lei stessa, addirittura una notte sogna Beatrice nelle vesti di un angelo che segna il suo amore per la Beatrice celeste .

  • Petrarca e Laura.

Anche Petrarca visse un’esperienza simile ad Alighieri, infatti anch’esso, un giorno, per puro caso, incontra una donna bellissima, Laura, della quale si innamora.

Anche lui inizia a descrivere la bellezza di quella donna tramite poesie, quest’ultime raccolte nel  “Canzoniere”.

 

L’amore platonico è, quindi,  la rappresentazione e la definizione di qualcosa di irraggiungibile, così lontano e incomprensibile…di cui anche il pensiero stesso che il legame con l’amato possa raggiungere questo livello, rende l’idea stessa dell’amore platonico in generale  meravigliosa e affascinante.

Quando con i tuoi occhi puoi leggere l’animo di una persona, e con un dito riesci quasi a sfiorarlo.

Non esistono parole per descriverlo, ed è quasi impensabile fin quando poi, non lo si prova veramente.