Un fenomeno che non si estinguerà mai.

Ci sono tanti episodi cruenti nella storia dell’uomo, la maggior parte dei quali scatenati da un odio tra popoli diversi, per una presunzione di superiorità su altri a dir poco ingiustificata.
I due gruppi etnici maggiormente protagonisti sono sempre stati le persone di colore e gli ebrei.
Discriminati solo perché diversi. Ma cos’è la diversità? Forse un punto di partenza per confrontarsi e imparare ad apprezzare anche ciò che ci è sconosciuto.
Uno degli episodi cronologicamente a noi più vicino è l’assassinio dell’uomo di colore George Floyd da parte di un poliziotto bianco, goccia che ha fatto traboccare il vaso del grande movimento Black Lives Matter. George non è stato la prima vittima di questa forma di violenza , ma l’ennesima in una storia infinita di umiliazione e repressione che ha portato la morte di un’ intera cultura.
Tanti film e libri ci raccontano di episodi simili, anche in periodi storici estremamente lontani da noi. Basti pensare a William Shakespeare, che nella sua commedia The Merchant of Venice riflette la tradizione antisemitica. Il protagonista è un usuraio ebreo, Shylock, che voleva difendere il suo onore e quello della comunità ebrea da chi lo aveva sempre discriminato. Toccante è il suo monologo con il quale cerca di dimostrare quanto gli ebrei siano innocenti, avendo infatti la stessa natura dei cristiani, lo stesso sangue e sentimenti, ma anche eguale seta di vendetta.
Nonostante sia dalla parte del giusto Shylock viene condannato, costretto a convertirsi, in quanto ebreo e straniero.
E’ una situazione piuttosto simile a quella di tutti ebrei perseguitati ed uccisi durante la seconda guerra mondiale che ricordiamo proprio questa settimana. Ricordiamo eventi tragici della storia come questo per far maturare la coscienza in ognuno di noi, per aprire gli occhi a chi magari ancora non se ne è reso conto, per condannare per sempre chi con sangue freddo ha fatto del male.
 
Pertanto, come afferma Alessandro D’avenia, la memoria è la vita che vince sul tempo, un pozzo interiore a cui attingere, in qualsiasi momento, l’ispezione e il coraggio all’azione. Non può ridursi ad una emozione passeggera provocata dall’orrore, ma deve essere vita che da energia al quotidiano per evitare che quell’orrore si ripeta.