Terra di conflitto

Flags of Palestine and Israel painted on cracked wall. Palestinian conflict concept. 3D illustration

Le recenti vicende sulla striscia di Gaza hanno riaperto il problema del conflitto israelo-palestinese.

Esso nasce da una controversia apparentemente semplice: due popoli rivendicano lo stesso territorio. Per gli israeliani la Palestina è il luogo di nascita del popolo ebraico; secondo i palestinesi il territorio è stato abitato prima da loro e successivamente furono cacciati con la forza.

Il conflitto è iniziato nella prima metà del Novecento e si è intensificato dopo la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.

Andando alle radici antiche della storia, scopriamo che nel I secolo a.C. il territorio palestinese entrò nel raggio di azione dell’impero romano e nel 70 d.C., in seguito alla persecuzione, gran parte degli ebrei fu costretta a emigrare verso il Nord Africa e l’Europa. Ebbe così inizio la Diaspora del popolo ebraico. Nel VII secolo d.C. la Palestina fu conquistata dagli arabi, da poco convertitisi all’Islam, e progressivamente la popolazione ne subì la loro influenza.
Durante la Diaspora, gli ebrei subivano pesanti discriminazioni, soprattutto in Europa, e furono vittime anche di massacri. Alla fine dell’Ottocento il movimento sionista di Theodor Herzl, ebreo-austriaco, aspirava a costituire uno Stato ebraico in Palestina. Il problema, però, stava nel fatto che la Palestina, all’epoca faceva parte dell’Impero Ottomano, ed era popolata da stranieri.

Con il consenso delle comunità ebraiche europee, sempre più ebrei ritornarono in Palestina, e si stabilirono in abitazioni e in fattorie comunitarie.
Durante la Prima guerra mondiale, gli inglesi, nemici dell’Impero Ottomano, promisero ad arabi ed ebrei di aiutarli a costituire uno Stato indipendente. Regno Unito e Francia, però, firmarono un accordo segreto per spartire tra loro il Medioriente e alla fine della guerra la Palestina divenne un territorio amministrato dal Regno Unito.

Negli anni del mandato britannico l’emigrazione ebraica si intensificò ed ebbero luogo i primi conflitti armati con gli arabi.
Durante la Seconda guerra mondiale, i nazisti e i loro alleati massacrarono sei milioni di ebrei europei. In Palestina ci furono continui scontri tra le milizie arabe ed ebraiche, e gli arabi rifiutarono un piano di spartizione del Paese proposto dalla Nazioni Unite. Nel maggio del 1948 il Regno Unito ritirò le sue truppe, non essendo più in grado di controllare il territorio, e il leader della comunità ebraica, David Ben Gurion, proclamò la nascita dello Stato di Israele.
Il conflitto tra le forze israeliane e le truppe arabe si trasformò in una vera e propria guerra, perché i Paesi arabi circostanti (Egitto, Siria, Giordania e Iraq) inviarono dei contingenti militari ad attaccare lo Stato ebraico. Le forze israeliane respinsero l’attacco e conquistarono un ampio territorio, ma non occuparono l’intera città di Gerusalemme, che era particolarmente ambita per il suo valore storico-religioso. La parte orientale della città restò sotto il controllo della Giordania.
Dopo il conflitto del 1948 scoppiarono nuove guerre tra Israele e gli Stati arabi. La più importante, conosciuta come Guerra dei sei giorni, ebbe luogo nel 1967. Israele occupò una parte dei loro territori: Gerusalemme Est e la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai.  In pochi anni iniziò la costruzione di insediamenti israeliani, che nel corso degli anni sono diventati sempre più numerosi.

La popolazione palestinese perse fiducia negli Stati arabi e decise di condurre in prima persona la lotta contro gli israeliani, sotto la guida dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e del suo leader Yasser Arafat. Verso la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ‘80 cambiò lo scenario internazionale. L’Egitto firmò un accordo di pace con Israele, riottenendo il Sinai, e rinunciò definitivamente alla Striscia di Gaza. Nel 1988, il governo giordano rinunciò alla Cisgiordania, auspicando che potesse diventare sede di uno Stato palestinese se Israele si fosse ritirato. Da allora, Cisgiordania e Gaza sono considerati territori palestinesi.

 

Grazie a questi cambiamenti, negli anni ’90 iniziò un promettente processo di pace, con l’obiettivo di giungere alla creazione di uno Stato palestinese. Nel 1993 Arafat e il premier israeliano Yitzhak Rabin sottoscrissero un accordo con il quale si riconoscevano reciprocamente.

Fallito l’accordo, lo Stato palestinese non è stato costituito, sebbene sia stata fondata un’Autorità nazionale palestinese per amministrare i territori ceduti da Israele.

Il conflitto israelo-palestinese è uno scontro tra due popoli per il possesso della stessa terra.

Ma se non si trattasse solo di territorio, ma la ragione sarebbe più invisibile, aldilà di ciò che vediamo accadere sotto i nostri occhi, se fosse individuabile nella lotta tra bene e male?

Certo è che parole come: “Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono” sono state pronunciate da Gesù Cristo, che su quella terra ci ha camminato e affermando:“io non sono venuto per distruggere ma per salvare ciò che era perduto” ha dimostrato il suo interesse verso un’ umanità perduta nei suoi errori.

Sofia Maniscalco 3B Classico