Salute mentale: un problema ancora troppo sottovalutato

Circa un mese fa, il 10 ottobre, si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute Mentale istituita per la prima volta nel 1992.

Ma che cos’è la salute mentale? La salute mentale è uno stato di benessere generale fondamentale per affrontare le varie sfide che la vita ci pone davanti.

Sono principalmente i giovani quelli che vivono in uno stato di sofferenza mentale; infatti il 75% dei disturbi mentali comincia proprio durante l’adolescenza, a partire dai 14 anni.

In questo delicato periodo di età, i giovani-adulti dovrebbero imparare, grazie alla scuola, a gestire momenti tanto stressanti e delicati. Questo meccanismo di coping non è fondamentale solo nel mondo universitario, ma anche nel mondo reale.

Negli anni, l’allerta per la salute mentale degli studenti è aumentata: nel 2019, secondo un rapporto dell’Unicef, il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze italiani fra i 10 e i 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale. Questi dati sembrano essere ancora non ‘troppo’ preoccupanti poiché nelle scuole il benessere emotivo è ancora messo in secondo piano rispetto alla didattica.

Ecco che un luogo rivolto all’apprendimento, alla crescita personale e alla socializzazione, diventa un incubo a causa della competizione tra compagni, del bullismo e dell’ansia.

E non possiamo non ricordare che gli studenti italiani sono tra i più stressati d’Europa.

Questo stress accademico è dovuto alla costante paura del fallimento e alla necessità di essere migliore degli altri; per essere notati dal mondo e, nel particolare caso di dottorandi e ricercatori, per conquistare uno dei pochi posti di lavoro offerti dall’Italia.

Uno studio condotto da Nature Biotechnology nel 2018 ha rivelato che questi ultimi sperimentano ansia e depressione con una frequenza sei volte superiore rispetto alla popolazione generale, un dato che non bisogna sottovalutare.

Questi disagi portano ad un atroce fenomeno in incremento: i suicidi di studenti universitari, che rappresentano quasi il 12% dei decessi tra i 20 e i 34 anni.

Proprio il 1° febbraio 2023, una studentessa di 19 anni milanese si è impiccata nel bagno dell’università Iulm di Milano. Nella sua borsetta hanno trovato un lettera di addio indirizzata alla sua famiglia e ai suoi amici in cui parlava di “fallimenti personali e nello studio”.

Nessun essere umano può rimanere a guardare tutto questo come spettatore senza cercare di aiutare.

Bisogna che l’istituzione scolastica faccia qualcosa per i propri studenti: come cercare di aiutarli nel loro disagio emotivo, incrementato durante la pandemia a causa dell’isolamento, fornendo psicologici gratuiti che sono capaci di dare l’aiuto necessario ad ogni paziente.

Inoltre, anche se spesso è difficile, parlare di quello che si sta affrontando con qualcuno di fidato, che ci ama, può rivelarsi un grande aiuto.

Non bisogna avere assolutamente paura di chiedere aiuto.

Spesso viene considerato un segno di debolezza, ma in realtà è una grande dimostrazione di coraggio.

Significa che non si è pronti ad arrendersi, significa che si ha una voglia immensa di vivere a pieno la vita che ci è stata donata. A chiunque viva in questo momento tutto questo: ricordatevi che non siete soli.

 

Elisa Tinebra IV C Scientifico