Nichilismo

Il termine nichilismo etimologicamente parlando, deriva dal latino “nihil” con il significato di “nulla”, quindi definibile come nullismo. Il nichilismo è divenuto oggi una mentalità largamente condivisa. Può essere infatti letto come una conseguenza della crisi del modello di sapere assoluto ed onnicomprensivo che è scaturito dal razionalismo. Facendo un passo indietro, possiamo definire come primo filosofo nichilista Gorgia, il quale fu il più notevole rappresentante dell’antica sofistica dopo Protagora. Le tesi di Gorgia erano sostanzialmente tre, legate l’una all’altra, ma non dipendenti l’un l’altra:

1.Nulla esiste;

2.Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile;

3.Se anche fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri.

La verità, dunque, resta per Gorgia inaccessibile: ne consegue che tutto è falso, e non “tutto è vero”, come invece credeva Protagora.

Anche Friedrich Nietzsche è stato un grande promotore del nichilismo nel ventesimo secolo. Affermando provocatoriamente che Dio è morto, il filosofo tedesco intendeva dire che la Religione Cattolica stava decadendo, proprio perché il concetto di Dio stava diventando obsoleto. Dio è morto implica una caduta di qualsiasi assoluto, che sia  morale o etico o metafisico davanti al quale l’uomo può confrontarsi e dedurre una morale. Di fronte a questo scenario tragico Nietzsche propone un nuovo sistema di valori, che non ha un fondamento metafisico o un imperativo categorico da rispettare, ma che si eleva al di sopra di tutto per mettere in atto il sommo segno di vita: la volontà individuale.

I nichilisti sono quindi coloro che vedono il nulla attraverso la recita della vita, vedono dove andrà a finire e non hanno motivazione a migliorare le cose. Non hanno, usando un linguaggio personale, un’utile illusione attraverso la quale guardare la realtà, sono persone che di solito hanno una buona intelligenza ed una struttura mentale depressa.  Il nichilista dice che nulla ha senso né valore, c’è mancanza di senso nella vita, la vita non ha senso quindi perché vivere? Il nichilismo penetra nei nostri sentimenti, confonde i nostri pensieri, cancella prospettive ed ambizioni, emtra nella nostra anima, intristisce le passioni rendendole vuote. Il nichilista da questo momento in poi, vive la vita per quello che è, cioè una costrizione inutile e senza senso, solo che lui ne è cosciente, a differenza delle altre persone troppo immerse nei loro problemi. Questo lo svuota col tempo come una batteria. Il nichilista si rende conto che le infinite costrizioni con cui la vita lo bombarda possono finire se solo non fosse senziente. Il nichilista pensa “perché devo stare qui a soffrire se poi muoio comunque? Tanto vale velocizzare l’evento della morte, cosi almeno posso saltare la parte dell’orrore senziente”. Un’altra sfumatura è definita come “nichilismo positivo”. Cioè gente che è nichilista ma riesce a non cadere in depressione perché vede il lato positivo del nichilismo. Queste persone, oltre che estremamente rare, sono nichilisti parziali e non nichilisti veri. Il nichilismo è una condizione negativa e porta principalmente a danni. Bisogna stare attenti perché essere nichilisti positivi è il primo passo nel vuoto esistenziale. Infatti c’è una divisione tra nichilismo passivo e attivo:

il  nichilismo passivo è la rassegnazione sconvolta di fronte alla realtà della vita. Ovvero il sentirsi angosciati, senza speranza, dinanzi alla presa di consapevolezza che nulla ha senso.

Il nichilismo attivo è il reagire di fronte a questa consapevolezza. Il nichilista attivo non si piange addosso perché nulla ha senso, ma trova nuovi valori con i quali andare avanti e fare la differenza.

Concludendo, credo che il nichilismo sia semplicemente una svolta nel pensiero, anzi in un certo senso è il pensiero che problematizza se stesso, è l’uomo che si chiede “ha senso quello che sto pensando e facendo?” Risposte non ce ne sono nel mondo esterno ma forse una vita è sufficiente a trovarne una dentro di noi. Un buon nichilismo è forse l’atteggiamento filosofico che più catalizza la ricerca, perché non ancora il pensiero a valori antiquati e a posizioni inattuali. Il nichilismo, a mio avviso, è la massima coerenza e onestà del pensiero ed autoconsapevolezza.

 

Vincenza Bordonaro IIICC