Il viaggio: libertà o condanna?

Viaggio come simbolo di desiderio, eccitazione, conoscenza e viceversa di distacco, esilio e perdita.
L’opera letteraria più grande che parla di viaggio e mostra nel loro complesso tutti i significati simbolici e tangibili del viaggio, è l’Odissea di Omero.
Qui il viaggio non consiste nel ritorno in patria, ma piuttosto nel superamento di pericoli e nell’esperienza di intrighi e passioni che mostrano a pieno le capacità e le virtù dell’eroe Odisseo.
Ma cos’è in realtà il viaggio?
è la sollecitazione naturale alla ricerca del nuovo, la spontanea inclinazione/avversione per ciò che è diverso e sconosciuto, la sfida al confronto e la destrezza nell’affrontare situazioni imprevedibili.
Allo splendore audace del viaggiatore Odisseo succede la vicenda degli Ulissidi di oggi ai quali è negata l’umana pietà.
Se Odisseo si spinge a sfidare i celesti per soddisfare la sua sete di conoscenza, l’Ulisside dei nostri giorni invece abita la tenebra e va alla ricerca del perduto paese dell’innocenza, il suo è un viaggio errante lungo e drammatico.
Possiamo considerare come l’esempio perfetto di Ulisside i migranti, che affrontano il viaggio più arduo della loro vita per cercare un posto dove valga la pena vivere.
Qui l’emozione positiva del viaggio viene sostituita completamente da terrore, ansia e smarrimento.
Consapevoli dei pericoli e consapevoli del fatto che con tutta probabilità il viaggio porterà alla morte, decidono di partire, disperati, e di cercare asilo in paesi che, più spesso di quanto non si voglia ammettere, denigrano e disprezzano, insultano ed offendono, tanto da farli dubitare se sia davvero questa la nuova vita “libera” che stavano cercando.
La Costituzione ci parla di accoglienza, integrazione e di rispetto per il diverso.
Secondo il vocabolario Treccani, il rispetto è il sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona. Anche con riferimento a istituzioni civili o religiose o alle cose che le simboleggiano.
Sembra molto semplice sulla carta, il rispetto.
Tuttavia è difficile trovarlo in questi tempi difficili, stranamente anche dove si vanta una democrazia libera e giusta.
Le libertà democratiche, infatti, per essere tali, non devono essere custodite come un tesoro prezioso, ma condivise con tutti coloro che per un motivo o per un altro si trovano a vivere nel nostro territorio.
In un’Italia, e in un’Europa, sempre più xenofoba, sempre più contrariata e avvilita dagli stranieri, proviamo ad aprire la mente e a trovare l’onestà, la gentilezza e la forza di rivolgere un sorriso e di superare le barriere che ci dividono, e trattarci tutti con il rispetto che meritiamo, rispetto che ci spetta in quanto esseri umani.