L'essere umano, nel corso della storia, ha sempre dovuto confrontarsi con problemi di tipo
ambientale, dai più gravi ai meno gravi. Ma in che senso? Basti pensare alle esigenze e ai bisogni
da soddisfare, soprattutto quelli indispensabili per la sopravvivenza. A causa di essi, infatti,
l'uomo ha dovuto modificare inevitabilmente il territorio pur di trarne vantaggio; di certo non
poteva permettere ad un albero di ostacolare l'asfaltamento di una strada, piuttosto meglio
toglierlo di mezzo… Il fatto che l'uomo possa, con i suoi strumenti, le sue competenze, la sua
intelligenza, essere in grado di soddisfare le proprie esigenze in maniera maniacale non è di per
sé un male, gli sviluppi farmaceutici, dell'architettura per prevenire cedimenti, le competenze
nell'ambito dell'alimentazione… sono tutti elementi positivi che possono aiutare, ma il male si
manifesta nelle conseguenze di quelle azioni. Ogni azione determina delle conseguenze, belle o
brutte che siano, perché se ciò che si ha tra le mani non si sa gestire può portare a delle
conseguenze catastrofiche. Ma perchè non si dovrebbero saper gestire?
Facciamo finta che in una città ci sia bisogno di numerose risorse per coltivare e irrigare. Nel
caso in cui l’unica fonte della zona fosse un fiume, allora si prenderebbe in considerazione la
possibilità di deviarlo per avvicinare l'acqua necessaria. Al di là delle meccaniche precise su
come si faccia (è pur sempre un esempio), il problema vero è il terribile impatto sull'ecosistema
fluviale: infatti, modificare radicalmente un habitat può avere conseguenze drammatiche.
Nonostante le motivazioni molto valide, come l'approvvigionamento dell'acqua per la salute
degli individui o per le colture, non si può non pensare ai potenziali rischi. Anche se l'uomo
pensa di avere il controllo sulla natura…in realtà non ce l'ha, per niente. D'altra parte è vero che
la scienza può prevenire alcuni fenomeni per impedire catastrofi, ma il totale controllo non si può
mai avere: ci sono cose che vanno oltre lo scibile umano e bisogna lasciare la natura faccia il
proprio corso. Non si può impedire a un vulcano di eruttare ma si può evacuare la zona per
salvare più persone possibili, anche se inevitabilmente un disastro ci sarà comunque.
L'essere umano pecca spesso di eccessiva sicurezza in se stesso, tracotanza e anche negligenza,
che lo portano a trascurare i sani principi, veicolato dall'eccessivo consumismo o dalla sua
tendenza a ''volere troppo per avere di più'' (guadagnare). Come dicevano i nostri avi, “Chi
troppo vuole, nulla stringe”…a volte basta accontentarsi, senza prendere chissà cosa. Quanti
disastri sono accaduti prima di capire questo? Quanti ponti sono caduti prima che si capisse che
la manutenzione dovesse essere applicata correttamente?
Ovviamente, non è sempre colpa nostra, perché se una valanga interrompe una giornata di
escursionismo, semplicemente non possiamo farci nulla: questa è la prova che la natura è fuori il
nostro totale controllo. Non bisogna dimenticare che con la natura non si scherza e non si può
avere una messa a punto su tutto, dal momento che, in quanto esseri viventi, facciamo parte del
pianeta e per viverci prosperando non possiamo pretendere di essere pienamente superiori a ciò
che ci circonda, quanto più rispettarlo e accettarlo. Basti pensare all'inquinamento, risalente alla
prima rivoluzione industriale in Inghilterra, quando l'invenzione dei primi macchinari aveva
migliorato l’economia, ma senza alcun riguardo nei confronti della qualità dell'aria. Ho avvertito
il bisogno di puntualizzare in questo articolo la caparbietà dell'essere umano, il quale, quando
vuole, sa essere refrattario nei confronti degli obblighi morali ed etici se vanno contro i propri
interessi, quando in realtà basterebbe un po’ di remissività nei confronti di una natura, che per
quanto spettacolare e bellissima nella sua complessità, sa essere generatrice di catastrofi e
drammatici eventi.
Carmelo Giuliana IV B Classico