La grande modernità nascosta nella riflessione morale di Orazio

Quintus Horatius Flaccus, meglio conosciuto come Orazio, è stato uno dei più grandi poeti della Roma
antica, celebre per le sue opere satiriche, liriche ed epiche. Oltre alla sua maestria poetica, Orazio si distinse
per la sua riflessione sulla morale e sull'etica, temi centrali nelle sue opere che fanno di lui un poeta
profondamente innovativo. Attraverso versi eloquenti e saggi consigli, Orazio ha lasciato un'eredità
duratura che continua a ispirare e ad educare anche la società moderna. Una delle opere più celebri di
Orazio sono “Le Odi”, una raccolta di poesie che copre una vasta gamma di argomenti, tra cui la moralità e
il comportamento umano. In molte delle sue poesie, Orazio esorta i lettori a coltivare virtù come la
temperanza, la saggezza e la modestia, mentre critica vizi come l'avidità, l'orgoglio e l'egoismo. Un tema
ricorrente nelle opere di Orazio è l'importanza della moderazione in tutte le cose: egli sosteneva che
l'eccesso in qualsiasi forma, sia esso nell'ambizione, nel piacere o nella ricchezza, avrebbe portato alla
rovina. Il poeta incoraggiava invece un approccio equilibrato alla vita, dove il piacere è controllato dalla
ragione e l'ambizione è guidata dalla modestia. Questo concetto di moderazione è ancor più rilevante oggi,
in un'epoca in cui l'eccesso e l'iper-consumismo spesso dominano la nostra società.
Un altro aspetto significativo di Orazio è la sua visione della felicità e del successo: contrariamente alla
concezione comune che la felicità sia raggiunta attraverso il successo esterno e il possesso di beni materiali,
Orazio sottolineava che la vera felicità risiede nella contentezza interiore e nella tranquillità dell'animo.
Questo messaggio è un richiamo importante per concentrarsi sulle cose che veramente contano nella vita e
per non perdere di vista il vero significato della felicità. Per essere felici dobbiamo badare a noi stessi,
concetto affermato anche da parte della dottrina epicurea.
Al centro di tutto deve esserci equilibrio tra le passioni che ci porta alla forma più pura di felicità: bisogna
ritrovare noi stessi perché la felicità è intrisa dentro di noi ed è sempre presente malgrado tutto. Ognuno di
noi deve quindi cercare il proprio equilibrio interiore.
La riflessione morale svolta da Orazio si concentra fondamentalmente su tre concetti chiave:
• autárkeia: l'autosufficienza interiore di chi non è dominato dalle passioni;
• metriotes: la moderazione cui deve essere improntato ogni aspetto della vita;
• philia: la solidarietà verso gli altri, fondata su affinità intellettuali, reciproca indulgenza, comunanza di
vita.
A questi valori si aggiunge la saggezza spicciola, che Orazio apprese dal padre. I principi cui il poeta si ispira
rivelano l'influsso della diatriba, il discorso di divulgazione filosofica rivolto alla gente semplice e imperniato
sull'etica del vivere quotidiano.
In particolare il concetto di autarchia che deriva dal greco antico “αὐτάρκεια”, composto da αὐτός "stesso"
e ἀρκέω "bastare", in italiano "autosufficienza" assume il significato di "bastare a se stessi". Bastare a se
stessi è necessario per allontanarsi il più possibile dal mondo in caso di bisogno e di dipendere
esclusivamente su noi stessi, avvicinandoci così al cosiddetto stato di atarassia o di adiaforia. Molte scuole
filosofiche del tempo affermavano questo valore, per cui l'uomo non deve dipendere dalla fortuna ma deve
essere autosufficiente e capace di trovare la ricchezza della vita in sé stesso. Inoltre, Orazio promuoveva il
concetto di carpe diem, ossia "cogli l'attimo", invitando le persone a vivere pienamente nel presente
anziché preoccuparsi eccessivamente per il futuro o rimuginare sul passato. Questo invito a godere del

momento presente, a essere consapevoli delle proprie esperienze e a sfruttare appieno le opportunità che
la vita offre è un insegnamento prezioso che ognuno di noi dovrebbe ricordare.
Secondo questi importanti principi appare chiaro come Orazio, nonostante in età antica, fosse molto più
avanti di quanto si pensi, tant’è che il suo punto di vista coincide con i valori fondamentali cui ci basiamo in
età moderna, nella nostra quotidianità ed emanano dunque un profondo senso innovativo a cui tutti noi
dovremmo attenerci.
Sofia Cigna IV B Classico