Riflessioni sul potere

Per alcuni il potente è un capo di Stato autoritario e tirannico, per altri è il demagogo, carismatico e magnetico, per me invece, trovandomi in disaccordo con lo scrittore Igor Sibaldi, il vero potente è il saggio.

 

Sibaldi affermava infatti che “Se non sei libero, non sei saggio e se hai potere non sei libero.”

Dunque chi ha potere non è saggio perché non è più libero ma si trova quasi intrappolato in questa condizione tanto desiderata e allo stesso tempo tanto temuta.

 

Non appena il potere viene assimilato alla violenza e all’egoismo, caratteristiche di molti e diversi uomini potenti, allora si cade in errore e il potere diventa potenzialmente pericoloso.

 

Non a caso lo storico Lord Acton diceva: “Il potere corrompe, e il potere assoluto, assolutamente corrompe.”

È tendenza tipica dell’uomo dare la colpa sempre a qualcosa fuori di sè, è colpa della pistola se l’uomo è morto, è colpa del serpente se hai morso la mela, è colpa del potere se ti sei corrotto.

 

Direi piuttosto che il potere assoluto, assolutamente rivela, si limita semplicemente ad amplificare il sè, rendendoci più noi di quanto già non siamo.

Così il saggio diventerà saggio in assoluto, il malvagio, malvagio in assoluto e così via.

Il potere invece semplicemente esiste, non è giusto né sbagliato, non è capace di cattiveria.

 

Se definiamo il potere come la capacità di trasformare il pensiero in azione (ciò che rende gli uomini umani, superiori alle bestie), allora viene naturale dire che maggiore potere di pensiero equivale a maggiore potere di azione, quindi dal potere deriva altro potere.

Baso la mia ricerca sull’affermazione del filosofo Francis Bacon: “La conoscenza è potere”.

In un certo qual senso infatti, la conoscenza è potere perché rende le persone libere. Chi sa è libero di scegliere in base alla propria inclinazione, chi non sa deve sottostare alle decisioni altrui.

È questo il motivo per cui molti regimi autoritari nel corso della storia hanno insistito a mantenere un grado di educazione del popolo molto basso e rendere la cultura elitaria e aristocratica.

 

Tuttavia il potere di cui parla Bacon non è quello esercitato sugli altri, ma quello di conoscere se stessi, che porta indirettamente alla saggezza.

Chi è saggio non cerca potere assoluto se non su se stesso, ed è il più potente tra i potenti proprio perché è libero di conoscere se stesso, di plasmare il mondo che lo circonda e diventarne capo.

 

Il politico ideale è dunque un uomo saggio e virtuoso che, anche secondo Seneca, non deve sottrarsi alle sue responsabilità umane e civili, ma essere sempre utile all’altro, fonte primaria del suo potere.

 

 

Giulia La Carrubba VCC