Maschiaccio?!

“Non volevo stare in mezzo alla gente. Non mi sentivo adatta. Per il maglione che avevo indosso o per come ero dentro. È stato fare la musicista che mi ha aiutato. Anche a dirmi che io sono così e a sentirmi del “bellissimo” nel credere in me stessa, nel camminare in mezzo agli altri, al centro della strada, senza avere più paura di niente. È questo che vorrei trasmettere alle bambine”.
Queste sono le parole di Francesca Michielin in un’intervista per Vanity Fair, dove appunto racconta una parte importante della sua storia e soprattutto la donna che è diventata. E pensare che sono passati appena dieci anni da quando ha partecipato a quella edizione del talent show X Factor nel 2011 e lo vinse, a soli 16 anni.
Da lì la sua carriera musicale è decollata e un successo dopo l’altro è diventata la cantautrice che noi tutti conosciamo. Arrivata seconda nelle due partecipazioni al Festival di Sanremo, la prima nel 2016 con il brano “Nessun grado di separazione” e la seconda quest’anno insieme a Fedez con “Chiamami per nome”, ha anche rappresentato l’Italia all’Eurovision Song Contest nel 2016.
Attivista, attenta all’ambiente e ai diritti per la parità di genere e non solo, Francesca ci dice che “l’incontro con l’altro è straordinario perché ci permette di specchiarci e cogliere cose di noi che non pensavamo di poter provare o vedere”. E proprio in questi ultimi mesi forse ci siamo scoperti più fragili e vulnerabili di quanto potessimo pensare. E in una società che invece ci chiede sempre la nostra versione migliore, che ci vuole sempre felici e realizzati c’è da chiedersi se invece non sia il caso di fare spazio anche alle nostre debolezze, perché in fin dei conti fanno parte di noi e non c’è nulla di cui vergognarsi.
Temi simili sono trattati, attraverso il confronto con altre donne, nel suo nuovo podcast su Spotify “Maschiacci – Per cosa lottano le donne oggi?”. Nell’intervista continua dicendo che “conviviamo negli stereotipi che ci inculcano senza intenzione di cattiveria, nei limiti culturali di cui siamo tutti portatori sani, nel patriarcato che è un virus il cui vaccino è il dialogare” e proprio in una delle sue ultime canzoni, “STATO DI NATURA” cantata insieme ai Måneskin, scrive e canta “Rivendichiamo per il corpo la libertà/Ma critichiamo una ragazza che si veste come le va/C’insegna che la donna è madre/una pin up che guida male/ma il navigatore ha quella voce là/Dell’immagine servile con cui ci avete dipinte/Con il fatto di sentirci obbligate ad essere spinte/Usate il nostro seno ovunque, una cosa normale/Ma se allattiamo in pubblico? “Non si fa, è immorale”.
Capiamo quindi che a volte si deve semplicemente trovare il coraggio di essere se stessi e non avere timore di mostrarsi forti e parlare di quello in cui si crede, vestiti come ci fa stare meglio!