I soprannomi antichi di Canicattì

Tantissime volte mi sono sentita dire che il greco è una lingua morta e che non c’è nessun collegamento con la lingua italiana, ma è davvero così?

Sin dall’antichità gli Antichi Greci erano identificati da un singolo nome-parola, detto mononimo. Tuttavia, un secondo elemento era spesso aggiunto in contesti semi-ufficiali per consentire la loro identificazione: il nome del padre (chiamato patronimico) declinato al caso genitivo, sottintendendo le parole «figlio di», oppure in alcune varianti dialettali si usava una locuzione aggettivale. Infine, un’ulteriore terza parola poteva essere aggiunta a indicare l’appartenenza del singolo a un particolare gruppo, o ad una città di origine (quando si trovava lontano da tale città). Ad esempio l’oratore Demostene, davanti all’Assemblea Ateniese, era chiamato “Demostene di Demostene di Paiania”, significa Demostene figlio di Demostene del demo di Paiania. Anche nell’Iliade è abbastanza comune notare un patronimico frequente ovvero “Pelide” per indicare Achille, figlio di Peleo. Oggi il soprannome è un appellativo scherzoso, ironico o anche malevolo imposto a una persona in conseguenza di certe caratteristiche fisiche, qualità, in base al luogo di nascita o di provenienza o addirittura in base a certi modi di dire, inoltre al giorno d’oggi a volte i soprannomi vengono utilizzati anche in modo carino. Chi ha detto che al giorno i soprannomi sono spariti?

Grazie a vari testi giunti a noi, riusciamo a vedere quanti soprannomi erano e sono presenti a Canicattì. Dal 1792 al 1852 erano presenti dei soprannomi che poi sono stati tramandati da padre in figlio, gli esempi che potrei fare sono tantissimi, tra cui: “Canazzo”, “Iojo”, “Porpetto” ecc. Come già detto prima i soprannomi derivano da caratteristiche fisiche o una storia particolare, grazie all’aiuto di mia nonna sono riuscita a scoprire i relativi significati dietro ogni soprannome, eccone alcuni esempi:

-“Callareddra”: era qualcuno che raccoglieva tutte le pentole (callareddri) che trovava

-“Cavatuni”: questo soprannome è stato assegnato sicuramente a causa di una caratteristica fisica

-“Bamminieddru”: assegnato a un bambino che era piccolino

-“Bedddramatri”: molto probabilmente è stato un soprannome assegnato a qualcuno che ripeteva molto spesso questo detto

-“Miluni”: questo è cognome presente a Canicattì (Mulone)  ma allo stesso tempo un soprannome, dietro a questo nomignolo, infatti, c’è una storia, con il racconto di mia nonna ho scoperto che inizialmente era un cognome diverso ovvero “Failla”, siccome erano una famiglia di agricoltori che  facevano degli ortaggi, prendendo i meloni più belli li portarono al loro padrone che vedendoli esultò dicendo “Viva li Miluna”. Successivamente divenne un cognome composto “Failla Mulone” e con il passare del tempo alcuni tennero il cognome composto, altri invece decisero di chiamarsi solo “Mulone”.

-“Marietta la Gazzusara”: questo soprannome fu assegnato ad una signora che aveva un bar e che vendeva la gazzosa

-“Limuesina”: probabilmente un nomignolo assegnato a qualcuno che era avaro

-“Li Peddri”: questo soprannome invece venne assegnato per il cognome stesso (Curtopelle)

-“Lu Pizzaru”: questo soprannome invece venne assegnato ad un signore che aveva una merceria

-“La Pinnacchia”: era una anziana donna del popolo dedita a filare la lana col pinnocolo.

-“Sanzizzeddra”: per quanto questo detto possa fare ridere, sempre secondo il racconto di mia nonna, è riferito a qualcuno che era basso e in carne

-“Toletta”: era sicuramente una persona che stava sempre davanti lo specchio (toletta)

 

Concludo dicendo che molte volte i nonni vengono sottovalutati, non ci rendiamo conto di quante informazioni possiedono e di quante cose ci possono raccontare di cui noi non siamo a conoscenza. Proprio per questo vi sprono a chiedere ai vostri nonni quanti soprannomi conoscono, grazie a questo pdf ne potete leggere qualcuno: http://www.canicatti-centrodoc.it/nuovocentro/sezIII/soprannomi/BrancatoGiuseppe11/Soprannomi/index.html

Vi lascio con questa frase: “Nonni: l’amore e la saggezza in carne, ossa e cuore” Jean-Paul Malfatti”

Aurora Frangiamone III A Classico