In questo periodo stiamo assistendo a diversi episodi di giovani che decidono di togliersi la vita perché non si sentono soddisfatti o perché delusi dai loro insuccessi Una ragazza di diciannove anni ha pensato proprio questo ed è stata trovata morta nel bagno della sua università, lasciando un bigliettino, salutando gli amici e i parenti dicendo di aver fallito nello studio e nella vita. È inconcepibile pensare che la vita di una ragazza con un futuro davanti ai suoi occhi, ricca di sogni e di obiettivi potesse svanire dal nulla. Bisogna riflettere sull’accaduto e porsi delle domande, saranno tanti i motivi che hanno spinto questa ragazza a compiere questo gesto, infatti come ha detto Paolo Crepet, la scuola può essere stata, l’ultimo atto di un film, cioè la goccia che ha fatto traboccare il vaso, che è sempre un vuoto, una sofferenza, però bisogna considerare l’intero film, cioè tutti i problemi che c’erano dietro, come la solitudine o l’incomprensione, purtroppo nessuno si è accorto di ciò, che nessuno abbia potuto aiutarla o incoraggiarla a trovare una soluzione che non le costasse la vita, sfortunatamente non possiamo cambiare il passato, ma possiamo cambiare il futuro.
Viviamo in una società: dove tutti devono essere perfetti per non essere esclusi, per essere al passo con la moda, in ogni settore. Un esempio infatti può essere l’ambiente scolastico, dove non tutti riescono a non stare male quando non va benissimo un’esame o se non si raggiunge un risultato sperato. Alcuni con un carattere più forte o motivato capiscono più facilmente che nonostante un insuccesso la vita va avanti e ci si può sempre rialzare, per altri purtroppo è molto diverso perché può succedere che si studia per ore o per intere giornate, per affrontare un’interrogazione eccellente ma non va come ci si aspettava. A volte i professori non gratificano un alunno per come si meriterebbe, questo causa lo scoraggiamento di molti ragazzi che nonostante il loro impegno finiscono per soffrire di attacchi di panico; dietro a questi sintomi ci può essere un insuccesso personale o la paura di deludere i propri genitori. Quest’ultimi dovrebbero invogliare i propri figli a studiare per loro stessi, per imparare, per poi inserirsi in futuro nel mondo adulto dove le persone istruite saranno agevolate; dovrebbero fargli capire che non devono andare a scuola per un voto ma per porsi obiettivi più importanti.
Un altro aspetto della società giovanile è caratterizzato dal nascondere il proprio dolore, mostrando a tutti di stare bene anche se dentro è un disastro e si vorrebbe gridare aiuto, questo però è l’opposto di ciò che richiede il mondo dove viviamo; infatti per essere perfetti, bisogna mostrare il lato migliore di sé, ma nessuno è perfetto, non paragoniamoci agli stereotipi della società perché sono sbagliati, ognuno è unico nonostante i propri difetti, tutti abbiamo debolezze, sofferenze e non sarà un po’ di trucco in più o un sorriso falso sul viso a nasconderle, non serve essere perfetti per essere felici, la felicità si può raggiungere anche con piccoli gesti.
È necessario capire, che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, anzi è un punto di forza grazie al quale si prende coscienza della propria sofferenza e della necessità che qualcuno può aiutarci a superare anche la situazione più tragica.
Fallire è umano, è una cosa normale, a volte può segnare l’inizio di un nuovo percorso semplicemente perché si riesce a cambiare prospettiva.
Bisognerebbe trattare questi argomenti anche nelle scuole, per conoscere la realtà che esiste intorno a noi e aiutare ogni persona a non perdere la speranza di una vita migliore.