La mia testimonianza: essere una Tipo1

Mi chiamo Vittoria, ho 18 anni e sono diabetica da 7 anni. In questi anni ho sempre cercato di spiegare a chi mi stava intorno in maniera molto semplice ma non superficiale cosa fosse questa malattia, perché ho capito che spetta a me e a persone come me fare informazione a riguardo.

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un elevato livello di glucosio nel sangue ed è dovuta a un malfunzionamento del pancreas.

Il pancreas infatti dovrebbe di norma produrre un ormone, l’insulina, che permette al glucosio di entrare nelle cellule per essere poi utilizzato come fonte energetica, ma quando questo sistema è inefficiente, il glucosio tende ad accumularsi nel sangue provocando forti sbalzi glicemici e il conseguente sviluppo della malattia.

Esistono due tipi di diabete: Il diabete di Tipo 1 o Mellito e Il diabete di Tipo 2 Insipito.

Il Diabete di Tipo 1 o Mellito si manifesta soprattutto in età giovanile e sono circa 422 milioni le persone al mondo che soffrono di questa patologia.

Nel diabete di Tipo 1, il pancreas non produce insulina, a causa della distruzione delle cellule ß che dovrebbero produrla: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno per tutta la vita; l’iniezione può avvenire in due modi diversi: attraverso le cosiddette “Penne” che contengono una fiala di insulina e un dispositivo di dosaggio e ne esistono vari tipi per l’insulina basale e il bolo insulinico, oppure con il “Microinfusore”, ovvero un dispositivo che consente l’infusione di insulina nel tessuto sottocutaneo h24, essendo sempre attaccato al soggetto attraverso una cannula.

Per controllare invece la glicemia, ovvero il livello di glucosio nel sangue, vengono utilizzati o la comune macchinetta o un sensore con un ago, che venendo attaccato al braccio permette di monitorare la glicemia con il cellulare senza il necessario bisogno di misurarla col sangue

Il Diabete di Tipo 2 è invece la forma più comune di diabete e generalmente si manifesta dopo i 30-40 anni. Per questo tipo di diabete basta prendere una pillola giornaliera e monitorare la glicemia, ma se non curato, potrebbe trasformarsi in diabete di tipo 1

La giornata internazionale del Diabete si festeggia ogni anno il 14 novembre: la data è stata scelta in quanto celebra la nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting che scoprì l’insulina nel 1921.

La ricorrenza è stata istituita nel 1991 dall’ International Diabetes Federation (IDF) e dall’ Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in risposta all’aumento delle diagnosi di questa malattia, con l’obiettivo di educare alla prevenzione del diabete e ad una sua buona gestione.

Ho deciso di parlare di questa malattia in questo articolo proprio perché è innegabile che ancora oggi ci sia molta disinformazione a riguardo.

All’inizio non nego che me la prendevo quando mi venivano fatte domande per me banali o scontate, ma col tempo ho capito che in realtà è bene rispondere ad ogni singola domanda, perché se non viene fatta informazione le persone continueranno a credere a tanti falsi miti su questa malattia, come per esempio al fatto che le persone diabetiche non possano mangiare dolci, o che appunto siano diventate diabetiche perchè mangiavano troppi zuccheri, ma vi assicuro che non è nulla di tutto ciò.

Conduciamo uno stile di vita sano, ma se vogliamo toglierci qualche sfizio ci è concesso farlo. Non siamo noi ad aver scelto di avere questa malattia, nella maggior parte delle volte viene trasmessa per via ereditaria o semplicemente si nasce così.

Quello che voglio fare capire è che non si tratta di una malattia invalidante, può esserlo per certi aspetti senza dubbio, ma sono una persona normale come voi, che deve solamente stare più attenta.

All’età di 12 anni mi fecero scrivere un tema a riguardo e lo conclusi dicendo:

“Quando realizzai che avrei dovuto conviverci per tutta la vita mi dissi di trasformare questo problema in un’avventura, perché ogni giorno non sai quello che ti aspetta”

Ad oggi posso dire che è stata ed è una gran bella avventura e continuerà ad esserlo.

 

Vittoria Zucchetto VCC